Parigi

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Nel 1912 Mondrian si trasferì a Parigi, cambiando anche il suo nome da Mondriaan in quello che conosciamo per enfatizzare la sua partenza dalla vita chiusa dello stagno artistico olandese. Da questo momento in poi, firmerà le sue opere come "Mondrian". In questo periodo parigino, l'influenza del cubismo di Picasso e Braque si fa notare quasi immediatamente nei suoi quadri. Dipinti come The Sea (1912) e i vari studi su alberi successivi a quell'anno hanno ancora una certa misura di rappresentativismo, ma sono sempre più dominati dalle forme geometriche e dai piani incastrati tra loro, molto comuni nel cubismo. Comunque, mentre Mondrian era desideroso di assorbire e trasportare nel suo lavoro l'influenza cubista, sembra chiaro che egli vede il cubismo stesso come una strada che porta a una fine, piuttosto che una fine in sé.

Alla fine della guerra Mondrian ritornò in Francia, dove rimase fino al 1938. Cominciò a produrre quadri "a griglia" verso la fine del 1919, e, già nel 1920, lo stile per cui sarebbe divenuto famoso cominciò ad apparire. Nei primi dipinti le linee che delineano le forme rettangolari sono sottili e grigie. Tendono anche a sbiadire man mano che s'avvicinano all'orlo della tela. I quadrati sono dipinti con i colori primari e quasi tutti sono colorati; solo alcuni sono stati lasciati bianchi. A partire dal 1921 i quadri di Mondrian raggiungono una forma "matura". Spesse linee nere ora separano i quadrati, che sono più grandi e meno numerosi, e che sono lasciati in maggior parte bianchi rispetto ai primi esempi. Nei dipinti del 1921 molte ma non tutte le linee nere si arrestano brevemente a una distanza che può sembrare arbitraria dal bordo delle tele, pur lasciando intatte le divisioni tra le forme rettangolari. Anche in questo caso, la maggior parte dei quadrati è colorata. Con il passare degli anni e l'evolversi ulteriore del lavoro del pittore, egli cominciò ad estendere tutte le linee fino ai bordi delle tele e a utilizzare sempre meno forme colorate, favorendo invece il bianco. Queste tendenze sono particolarmente evidenti nelle cosiddette "losanghe" che produsse con regolarità a partire dalla metà degli anni venti. Le losanghe sono normali tele quadrate appese con un'inclinazione di 45°, in modo da assumere la forma di rombo. Esempio tipico si può considerare Schilderij No. 1: Lozenge With Two Lines and Blue del 1926, conosciuta anche con i nomi di Composizione con Blu oppure Composizione in Bianco e Blu, attualmente esposta al Museo delle Arti a Filadelfia. Uno dei più minimali tra i lavori di Mondrian, questo dipinto consiste solo in due linee perpendicolari nere e una piccola forma triangolare colorata di blu. Le linee si estendono fino ai bordi della tela, quasi dando l'impressione che il quadro sia solo un frammento di un'opera più grande. Nonostante il visitatore sia intralciato dal vetro di protezione e il pedaggio pagato dalla tela al tempo e agli spostamenti sia ovvio, un esame più attento di questo dipinto ci può rivelare qualcosa del metodo dell'artista. I quadri di Mondrian non sono composti di zone perfettamente piatte di colore, come ci si potrebbe aspettare. I colpi di pennello sono evidenti su tutta la superficie, anche se sono delicati, e sembra che l'artista abbia usato differenti tecniche per i diversi elementi. Le linee nere sono gli elementi più piatti, con la minore profondità. Le forme colorate hanno le più banali pennellate, tutte nella stessa direzione. Più interessanti, comunque, rimangono le parti bianche, chiaramente dipinte a strati, con pennellate che vanno in direzioni diverse. Ciò genera un maggior senso di profondità nelle zone bianche, come se stessero travolgendo e opprimendo le linee e i colori; cosa che in effetti stavano facendo, visto che i quadri del Nostro in questo periodo sono sempre più dominati dallo spazio bianco. Schilderij No. 1 può essere citato come il più estremo punto del minimalismo di Mondrian. Con il passare degli anni, le linee cominciarono a prendere la precedenza sulle zone di colore nei suoi dipinti. Negli anni trenta, iniziò a usare linee ancora più sottili o doppie linee con maggior frequenza, solamente punteggiate da poche e piccole zone colorate, sempre che ce ne fossero. Le doppie linee, in modo particolare, lo entusiasmavano e stimolavano, perché credeva dessero ai suoi dipinti un nuovo dinamismo che era desideroso di esplorare.