Biografia

iglio di un dirigente della fabbrica di aerei di famiglia e di casalinga per lungo tempo costretta a stare a letto a causa di una grave tubercolosi spinale (la donna nel 1947 fu infatti ricoverata in ospedale per ben nove anni), Hayao trascorre tutto sommato tranquillamente la sua infanzia.

I primi lavori e il sodalizio con Isao Takahataa
Nel 1959, si iscrive al liceo Toyotama, dove scopre la bellezza dei manga e delle anime, nonché il piacere del disegno. Dopo la laurea in Scienze Politiche ed Economia nel 1963 e dopo aver militato a lungo in un sindacato di sinistra, decide di diventare un disegnatore e si fa assumere dallo studio Toei, dove conosce la moglie Akemi Ota, anche lei animatrice, che sposerà nell'ottobre del 1965 e dalla quale avrà due figli Goro Miyazaki e Keisuke Miyazaki (anche loro animatori).
Si fa notare per aver proposto un miglior finale per il film Gulliver no uchu ryoko (1965) e, alcuni anni più tardi, viene promosso ad animatore capo e concept artist per il film di Isao Takahata Horus - Principe del Sole.
Con Takahata collabora per molto tempo alternando l'animazione alla pubblicazione di manga come "La tribù del deserto" (1969-70). Poi, i due assieme a Yoichi Kotabe si sposteranno nel 1971 alla A-Pro, dove dirigeranno alcuni episodi della prima serie di Lupin III. Nel 1973 Miyazaki e Takahata entrano nel progetto World Masterpiece Theater, nella parte legata all'organizzazione di serie animate relative ai più famosi libri per l'infanzia di tutto il mondo. A Miyazaki in particolare furono affidati Heidi (1974), Marco - Dagli Appenini alle Ande (1975) e Anna dai capelli rossi (1979). Alla fine degli anni Settanta, dopo aver animato Rascal, il mio amico orsetto (1977), Miyazaki lascia l'amico per produrre e dirigere Conan, il ragazzo del futuro (1978) che spopolerà in Italia. È il 1979 la data del suo primo lungometraggio: Il castello di Cagliostro, uno dei film dedicati a Lupin III (personaggio creato da Monkey Punch) del quale diresse anche due episodi della seconda serie tv. Nel 1982 invece, la Rai coofinanzia la serie Il fiuto di Sherlock Holmes, della quale dirige 6 episodi.

Il successo mondiale e la fondazione dello Studio Ghibli
Nello stesso anno, la rivista ANIMAGE, che aveva cominciato a pubblicare il suo manga "Nausicaä della Valle del Vento", riesce a convincerlo a farne un film. Prodotto da Takahata per lo studio Topcraft, l'omonimo anime esce nelle sale nel 1984. Il successo ottenuto dal film gli permise di compiere un grandissimo passo avanti, vale a dire fondare uno studio tutto suo. Così nel 1985 da Miyazaki e di nuovo Takahata, nasce lo Studio Ghibli (dal nome dell'aereo italiano della Seconda Guerra Mondiale e di un vento caldo del deserto del Sahara).
Libero di dare sfogo alla propria immaginazione, sforna Laputa - Castello nel cielo (1986), che narra l'avventura di due ragazzi sulle tracce di un'isola che fluttua nel cielo, successivamente seguito da Il mio vicino Totoro (il cui essere magico protagonista della storia sarà scelto come logo dello Studio), favola molto acclamata in patria.
Nel 1989, arriva Kiki - Consegne a domicilio, il cui successo è determinante per la grande espansione dello Studio Ghibli, che infatti assume nuovi collaboratori e stabilisce nuove politiche di marketing, trasformandolo in un artista popolare e autonomo, così come sono popolari e autonome le sue regie.
Nel 1992, realizza Porco Rosso, pellicola ambientata nel Mediterraneo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, dove il protagonista Marco Pagot, ex pilota dell'aeronautica italiana (il cui nome è un omaggio ai fratelli Nino e Toni Pagot, famosi fumettisti italiani), dalla quale è stato cacciato perché non in linea con la cultura fascista. Miyazaki si impegna poi come sceneggiatore e produttore per altri autori (I sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondô), approfittando di questo per ultimare la lavorazione di Princess Mononoke (1997), pluripremiato in patria e che gli diede la spinta necessaria per dichiarare che, da quel momento in poi, si sarebbe dedicato esclusivamente ad altri impegni lavorativi all'interno dello Studio, lasciando la regia ai giovani autori.

L'Oscar per il miglior lungometraggio animato
Fortunatamente non lo fece e, nel 2001, ritornò sui nostri grandi schermi con il capolavoro La città incantata, vincitore dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino (era la prima volta che un cartone animato vinceva un premio così ambizioso), nonché dell'Oscar per il miglior lungometraggio di animazione. Commosso per il riconoscimento, Miyazaki capisce che non è ancora tempo per mettersi da parte e nel 2004 dirige Il castello errante di Howl, tratto da un libro di Diana Wynne Jones.

Il Leone d'Oro alla carriera
Meritatamente nel 2005 il Festival di Venezia gli conferisce il Leone d'Oro alla carriera, ma i premi che costellano la sua carriera sono infiniti e, tre anni più tardi, presenta alla 65° edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Ponyo sulla scogliera, ispirato alla "Sirenetta" di Andersen. L'opera è elogiata per la freschezza dell'animazione e per il coinvolgimento nella rasserentante storia sul rapporto dell'uomo con la natura.

Il ritiro cinematografico
Dopo aver firmato lo script di Arrietty e di La collina dei papaveri, nel 2013, presenta Si alza il vento, annunciando il proprio ritiro dalle scene. Il film è una trasposizione del racconto di Tatsuo Hori ed è una delle sue opere più mature. La storia di un progettista aeronautico si tinge di malinconia e mortalità, ma anche di sogni e della speranza di poter comunque insistere nell'andare avanti con la vita, nonostante i dolori provati.

L'Oscar Onorario
L'Academy, nel 2014, gli conferisce l'Oscar onorario, mentre lui è protagonista di uno special televisivo dal titolo Never-Ending Man - Hayao Miyazaki.
L'insoddisfazione provata da un corto in CGI per il Museo Ghibli, lo spinge nel 2017 a ritornare sulla sua decisione di ritirarsi e così, nel 2023, riapre lo Studio Ghibli, richiamando molti dei suoi ex dipendenti e collaboratori per realizzare la sua ultima opera, concepita come un dono per il nipote, Il ragazzo e l'airone, su un dodicenne che si spinge tra i luoghi di confine della vita e della morte per rivedere la propria madre defunta.