Testo

IL PICCOLO PRINCIPE

TRAMA

Un pilota di aerei, precipitato nel deserto del Sahara, incontra inaspettatamente un bambino che gli chiede «Mi disegni una pecora?». Stupito e dopo vari tentativi non riusciti, il pilota disegna una scatola, dicendo che la pecora desiderata è all'interno; finalmente il disegno viene accettato. Poco per volta fanno amicizia ed il bambino spiega di vivere su un lontano asteroide, sul quale abitano solo lui, tre vulcani di cui uno inattivo e una piccola rosa, molto vanitosa, che lui cura.

Il piccolo principe racconta che, nel viaggiare per lo spazio, ha conosciuto personaggi che gli hanno insegnato molte cose. La cura per la sua rosa l'ha fatto soffrire molto, perché spesso ha mostrato un carattere difficile. Ora che è lontano, egli scopre piano piano che le ha voluto bene e che anche lei gliene voleva, ma che non si capivano. Il piccolo principe, proveniente dall'asteroide B-612, aveva bisogno di una pecora per farle brucare gli arbusti di baobab prima che crescessero troppo e soffocassero il suo pianeta.

Visitando ciascun pianeta dall'asteroide 325 al 330 il piccolo principe se ne va con l'idea che i grandi siano ben strani. Nel suo viaggio incontra:

un vecchio re solitario, che ama dare ordini ai suoi sudditi (sebbene sia l'unico abitante del pianeta);

un vanitoso che chiede solo di essere applaudito e ammirato, senza ragione;

un ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere; un uomo d'affari che passa i giorni a contare le stelle, credendo che siano sue;

un lampionaio che deve accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, perché il pianeta gira a quella velocità;

per quest'uomo il piccolo principe prova un po' di ammirazione perché è l'unico che non pensa solo a se stesso;

un geografo che sta seduto alla sua scrivania ma non ha idea di come sia fatto il suo pianeta, perché non dispone di esploratori da mandare ad analizzare il terreno e riportare i dati.

Il geografo consiglia al piccolo principe di visitare la Terra, sulla quale il protagonista giunge, con grande stupore per le dimensioni e per la quantità di persone. Il suo primo incontro, nel deserto, avviene con un serpente. Proseguendo con il suo viaggio, egli incontra un piccolo fiore, delle alte cime ed infine un giardino pieno di rose. La rosa del suo pianeta aveva raccontato al piccolo principe di essere l'unica di quella specie in tutto l'universo e quindi rimane molto deluso da questa scoperta. Ma non fa in tempo a pensarci molto che compare una piccola volpe, che gli chiede di essere addomesticata e di essere sua amica. La volpe parla a lungo con il principe dell'amicizia. Il principe incontra poi un indaffarato controllore; l'ultima persona interessante che incontra è un venditore di pillole che calmano la sete, facendo risparmiare tanto tempo.

Dopo aver ascoltato tutto il racconto del piccolo principe, il pilota non è riuscito a riparare l'aereo e ha terminato la scorta d'acqua. Allora vanno alla ricerca di un pozzo. Dopo una giornata di cammino i due si fermano stanchi su una duna ad ammirare il deserto nella notte. Con in braccio il bambino addormentato, il pilota cammina tutta la notte e finalmente all'alba scopre il pozzo. «Un po' d'acqua può far bene anche al cuore» commenta il piccolo principe e bevono entrambi con gioia. Il pilota torna al lavoro al suo apparecchio e la sera seguente ritrova il piccolo principe ad attenderlo su un muretto accanto al pozzo, mentre parla con il serpente che aveva precedentemente incontrato. Ad un anno di distanza dal suo arrivo sulla Terra, il piccolo principe aveva chiesto al serpente, che durante il loro primo incontro gli aveva confidato di avere la capacità di portare chiunque molto lontano, di riportarlo a casa, sul suo piccolo pianeta. Il piccolo principe, consapevole di aver addomesticato il pilota, come lui stesso dice, sa di dargli un dispiacere e allora lo invita a guardare il cielo e a ricordarsi di lui ogni qual volta osserva le stelle, che per lui avrebbero riso, sapendo che una di quelle era il pianeta del piccolo principe. Detto questo il serpente lo morde alla caviglia e il piccolo principe ricade esanime sulla sabbia.

L'indomani il pilota non riesce a ritrovare il corpo del bambino così immagina che il piccolo principe sia riuscito a raggiungere il suo pianeta e a prendersi cura della sua amata rosa.

L'AUTORE

Nato a Lione da una famiglia cattolica di nobili origini, terzo di cinque figli del visconte Jean de Saint-Exupéry e di Marie Boyer de Fonscolombe, rimane a quattro anni orfano di padre, ma trascorre comunque una infanzia felice, allevato dalla madre, ottima pittrice. La famiglia si trasferisce a Le Mans, dove cresce con i quattro fratelli nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens. Frequenta il collegio gesuita di Notre-Dame de Sainte-Croix, dove trascorre la sua infanzia. È il più fantasioso, ma anche il più prepotente e viziato degli alunni. Solo, malinconico, afferma: C'è una cosa che mi rattristerà sempre, ed è di essere diventato grande. Nel 1912, all'aeroporto di Ambérieu, sale per la prima volta su un aereo, un Berthaud-Wroblewski. Proprio la guerra accentua la solitudine del futuro scrittore: prima la separazione dalla madre (infermiera all'ospedale di Ambérieu), poi il soggiorno - con il fratello François - al Collegio di Montgré a Villefranche-sur-Saône e quindi a Friburgo (Svizzera) in un collegio di padri maristi. Nel 1917 il reumatismo articolare del fratello, che non sopravviverà, li riporta in Francia. Nello stesso anno si iscrive prima al liceo Bossuet, poi al liceo Saint-Louis di Parigi. Dopo una breve e sfortunata esperienza alla Scuola navale (viene respinto all'esame di ingresso), nel 1921 si arruola nel II reggimento di aviazione di Strasburgo e ottiene il brevetto di pilota, dapprima civile, poi militare. Per un breve periodo si ferma a Parigi, dedicandosi a un lavoro sedentario, e si lega alla futura scrittrice Louise Lévèque de Vilmorin. Nel frattempo scrive, pubblicandolo nel 1926, il suo primo racconto, L'aviatore, sulla rivista Le Navire d'Argent.