Federico Sfera, Agnese Castellucci
Luigi Ghirri
Nato a Fellegara di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, Ghirri inizia a fotografare nel 1969, collaborando e confrontandosi con artisti concettuali[1]
Per tutti gli Anni settanta procede componendo serie evocative dei vari temi della visione: l'immagine naturale e quella artificiale, l'ambiguità del paesaggio contemporaneo, la citazione della storia, l'immaginario del consumo. In quegli anni entra in contatto con Massimo Mussini e Arturo Carlo Quintavalle[2], inizia una proficua collaborazione con lo CSAC – che conserva ora la più ampia raccolta di suoi vintage prints - a cui dona periodicamente aggiornamenti della sua opera, con cui collabora anche come membro del comitato scientifico della Sezione Fotografia, suggerendo e indicando materiali storici da acquisire. Nel 1979 CSAC gli dedica un'ampia rassegna che antologizza tutta l'opera precedente e costituisce un punto di svolta per la sua vicenda[3]. Prosegue poi con ricerche orientate al paesaggio, all'architettura (sollecitato in questo da e Aldo Rossi), collabora e stringe amicizia con scrittori e musicisti (tra cui Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Antonio Tabucchi, Lucio Dalla) ed organizza imprese collettive, coinvolgendo altri fotografi attivi sugli stessi temi, di descrizione del paesaggio italiano, tra cui vanno ricordati Viaggio in Italia (1984) [4] e Esplorazioni sulla Via Emilia (1986) [5].