Buzzanca - Borromini
Francesco Borromini
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de architetto Domenico Fontana, oltre a essere imparentato alla lontana con Anastasia Garvo (madre di Francesco), ebbe i natali nel villaggio dirimpettaio a Bissone, ove invece nacque Borromini
Francesco Castelli nacque il 27 settembre 1599 a Bissone, villaggio appartenente all'epoca al baliaggio di Lugano (uno dei cosiddetti baliaggi comuni ultramontani o italiani, paesi soggetti amministrati in maniera congiunta dai Cantoni sovrani della Vecchia Confederazione), situato nell'odierno Canton Ticino. Era il primogenito di quattro figli. Del padre, Giovanni Domenico, non si conosce molto, ma sappiamo che era un modesto architetto o capomastro al servizio dei Visconti a Milano; la madre, Anastasia Garove, proveniva invece da un'agiata famiglia impegnata nell'edilizia[7] e imparentata alla lontana con Domenico Fontana, considerato in quel periodo il più prestigioso architetto del mondo occidentale.[8] Il cognome originario di Francesco, dunque, non era Borromini, bensì Castelli; avrebbe iniziato a firmarsi abitualmente come «Borromini» dal 1628, così da distinguersi dalle diverse maestranze edili romane che si chiamavano Castelli. «Borromini», in ogni caso, era un cognome che già apparteneva alla famiglia: Giovanni Pietro Brumino era lo sposo nelle seconde nozze di una nonna del futuro architetto, e lo stesso padre era spesso soprannominato «Brumino», forse in ragione del suo legame con la famiglia viscontea.[9]
Il soprannome di Borromini potrebbe avere una diversa origine nel senso che fosse « [...] ispirato alla grande devozione che lui, lombardo, portò al più grande dei santi lombardi del suo tempo, Carlo Borromeo.»[10] Seguendo l'iter proprio delle maestranze lapicide provenienti dalla regione del lago di Lugano, Borromini a soli nove anni venne inviato dal padre a fare apprendistato a Milano, dove giunse nel 1608. Nella città ambrosiana il giovane Francesco apprese «l'arte di intagliatore in pietra», per usare le parole del biografo Filippo Baldinucci[11]; fu in qualità di intagliatore di marmi, inoltre, che lavorò presso numerosi cantieri milanesi, fra cui quello colossale del duomo di Milano. Grazie al mestiere seppur umile di scalpellino Borromini ebbe modo di affinare la mano all'uso dello scalpello e maturare sicure capacità tecniche; l'esperienza alla Fabbrica del Duomo di Milano, inoltre, ebbe un'influenza duratura sulle future realizzazioni architettoniche del futuro architetto.[12