Le opere e lo stile
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Lo studio scientifico e analitico dei colori non preclude in Seurat lo studio del bianco e nero, la luce e le ombre sono alla base dei suoi studi e di tutte le sue opere, prediligendo la tecnica del pastello su carta.
Dopo la visita alla mostra impressionista del 1879 Seurat inizia a sperimentare con i colori ad olio, cercando di trovare il suo stile personale per esprimersi. In questo periodo si collocano opere molto diverse tra di loro soprattutto per quanto riguarda la stesura del colore, come La foresta di Pontaubert (1881) composta con macchie di colore molto piccole e fitte (qui il colore viene mescolato e non accostato come nella tecnica del puntinismo), e in opere degli stessi anni si nota come il gesto della pennellata cambi, come ne il tosaerba (1881-82) dove è ben visibile il movimento della mano dell’artista.
Questa continua sperimentazione durerà fino al 1884 con Un bagno a Asnières, dove lo stile si definisce.
Nell’opera Seurat ritrae uomini e ragazzi sulla riva della Senna, alcuni fanno il bagno e altri osservano il fiume, la scena congela un momento della giornata, niente si muove tutto è fermo, statuario. Con quest’opera Seurat anticipa la tecnica del puntinismo, e si nota ciò soprattutto nel modo in cui l’artista tratta il colore: nel cielo, nell’erba, l’acqua e gli alberi in lontananza. Seurat, inoltre, reintroduce in pittura i contorni delle figure che si erano persi con la pittura impressionista.
Il grande capolavoro Una domenica alla Grande-Jatte (1884-86) sarà la conclusione di tutti gli studi condotti da Seurat, preceduta da molti studi e disegni preparatori.
Nel dipinto Una domenica alla Grande-Jatte Seurat ritrae persone di ogni ceto sociale che si rilassano nel parco. La tecnica è a tutti gli effetti puntinista, con piccole pennellate che accostano colori complementari. Anche questa scena si presenta congelata nel tempo, statuaria, infatti molte delle figure rappresentate da Seurat sono forme riprese dalla scultura egizia e greca. L’opera fu ripresa in mano da Seurat nel 1889: l’artista decise di aggiungere un bordo fatto di puntini rossi, arancioni e blu, che forniva una transizione visiva dalla cornice bianca all’opera (l’artista avrebbe poi continuato ad usare questa transizione in molti dei suoi quadri).
I temi raffigurati da Seurat variano: ritrae per esempio modelle (Modella di profilo, 1887) e nei suoi viaggi dipinge il mare e la natura che lo circonda, in particolare si sofferma sulle barche e sui porti: nel 1888 visitò Port-en-Bessin, di cui rimangono molti quadri.
A fine anni Ottanta Seurat iniziò a sperimentare: un nuovo periodo creativo che purtroppo si concluse con la sua prematura scomparsa. Inizia a dipingere temi allegri e di festa, caratterizzati da figure in movimento. Il Circo (1890-91) è una delle opere più famose di questo periodo.
Questo quadro è meticolosamente studiato, dalle tonalità dei colori alle direzioni delle pennellate. Nella scena notiamo un grande contrasto cromatico tra il pubblico e i circensi. Il pubblico è rappresentato con colori che tendono al blu e al verde, e tutti sono statici e immobili: i circensi sono rappresentati in pieno movimento con tonalità calde, giallo e rosso. Il quadro da una sensazione di felicità e allegria grazie anche al particolare punto di vista: lo spettatore è dietro il clown che tiene i lembi del sipario, guidandolo all’interno del palco.