Giulio Grassi - Jago
JAGO
Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, è un giovane scultore autodidatta. Nasce a Frosinone nel 1987 e fin da giovane è considerato un "enfant prodige".
Dopo aver conseguito il diploma di Liceo Artistico, s'iscrive all'Accademia di Belle Arti di Frosinone, che abbandona prima di terminare gli studi. Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella capitale italiana, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina, America ed Emirati. È stato professore ospite presso la New York Academy of Art, dove ha tenuto una masterclass e una lecture nel 2018.
Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella Capitale, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America. La ricerca artistica di Jago fonda le sue radici nelle tecniche tradizionali e instaura un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo di video e dei social network, per condividere il processo produttivo. Jago incarna la complessa figura dell'artista che si affida solo a sé stesso senza mediazioni, assumendosi per intero il compito di dialogare con il mondo. Attraverso le sue opere fornisce al pubblico una lettura personale della storia, risignificandola e utilizzando un materiale nobile come il marmo, appartenente alla tradizione, e procedimenti esecutivi classici, insieme all'adozione della figura umana come soggetto prevalente.
A Palazzo Bonaparte la genialità di Jago viene documentata per la prima volta in una mostra, curata da Maria Teresa Benedetti, che riunisce una serie di opere realizzate fino ad oggi, dai sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur), fino alle sculture monumentali di più recente realizzazione (come Figlio Velato e Pietà), passando per creazioni meno recenti ma più direttamente mediatiche quali il ritratto di Papa Benedetto XVI (Habemus Hominem).