Storie
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Ma come sono morti i cantanti che abbiamo appena citato?
Ripercorriamo gli ultimi attimi della loro vita insieme.
AMY WINEHOUSE:
Alle 15:53 del 23 luglio 2011 Amy Winehouse viene trovata morta nel letto di casa sua, al numero 30 di Camden Square. Aveva 27 anni.
E' morta guardando se stessa. Amy Winehouse, la grande cantante inglese precocemente scomparsa nel luglio del 2011, passò l'ultima notte della sua vita davanti al computer, come ipnotizzata dai video musicali delle sue canzoni su YouTube. E intanto beveva vodka, così tanta da superare di cinque volte il limite consentito per chi guida, e fu proprio un eccesso di alcol a ucciderla, seconda quanto ha stabilito l'autopsia.
Andrew Morris, che faceva la scorta ad Amy e diceva di avere con lei un rapporto da "fratello e sorella", ha raccontato al giudice che quella sera lui e la cantante erano soli in casa, nell'abitazione di lei a Londra. L'uomo ordinò una cena da asporto in ristorante indiano del quartiere e Amy andò a mangiarsela da sola nella sua stanza. "Sembrava la stessa di sempre, non si comportava in modo diverso dal solito", ha detto la guardia del corpo. Ma un particolare avrebbe forse potuto metterlo in allarme: la Winehouse guardava se stessa. Passò la serata con gli occhi sulle immagini dei video delle sue canzoni su YouTube. "Non glielo avevo mai visto fare prima, non era una sua abitudine", ha ammesso Morris.
Quando al mattino è andato a controllare se lei era sveglia, l'ha vista sul letto e pensava che fosse ancora addormentata. Più tardi, a un secondo controllo, notò che era nella stessa posizione di prima e a questo punto si insospettì: le tastò il polso, non sentì alcun battito e notò varie bottiglie vuote di vodka nella stanza. Ma era troppo tardi per salvarla. Amy aveva sconfitto la sua dipendenza dalla droga, ma pochi giorni prima di morire aveva ricominciato a bere pesantemente.
Secondo testimonianze emerse in precedenza nell'inchiesta era svenuta tre volte per eccesso di vodka nella sua ultima settimana di vita. E la sera della morte era così ubriaca da avere inviato un tweet delirante. Ciononostante, non voleva autodistriggersi. Non voleva morire. In una testimonianza scritta resa pubblica ieri all'udienza, il suo medico personale, Cristina Romete, ha raccontato di averla incontrata la sera prima della fatale overdose alcolica: "Amy mi disse specificatamente che non voleva uccidersi, non voleva morire", afferma la dottoressa. Era stata avvertita dei rischi che correva con l'alcol. Purtroppo non è stata capace di fermarsi da sola. E non c'era nessuno con lei quella sera in grado di aiutarla. A parte la guardia del corpo, al piano di sotto, inconsapevole del dramma che si stava svolgendo.
JEFF BUCKLEY:
Il 4 giugno 1997 il corpo senza vita del musicista veniva trovato nel fiume Mississippi. Aveva 30 anni.
Il 29 maggio del 1997, mentre era a Memphis per registrare il suo secondo album in studio, il cantautore e chitarrista decise di farsi un bagno nel Wolf River, un affluente del Mississippi. Non riemerse più, il suo corpo fu trovato quasi una settimana dopo. Nonostante la sua breve carriera, ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica.
Il giorno dell’incidente Buckley non era drogato, né sotto l’effetto di alcol. Pare semplicemente che avesse chiesto al suo roadie di fare una sosta per nuotare nelle acque del Wolf River Harbor, un canale del Mississippi. Era pomeriggio, una bella giornata. Buckley entrò vestito in acqua e cominciò a prendere il largo cantando Whole Lotta Love dei Led Zeppelin. Pazzesco, è un’immagine tra il divino e il tragico. Mentre elogiava i suoi eroi, pare che sia finito nella spirale di un mulinello di corrente creato da un battello. Una fine assurda per quello che Dylan, Jimmy Page e Bowie avevano già definito il cantante più interessante e promettente del decennio.
KURT COBAIN:
L’8 aprile del 1994 Kurt Cobain, leader dei Nirvana, venne ritrovato senza vita nella soffitta della sua villa di Seattle. La rockstar, si disse poi, era morta già da qualche giorno, il 5 aprile.
Ad avvistare per primo il corpo senza vita del cantante fu Gary Smith, un elettricista che lavorava nella villa di fronte a quella di Cobain e che avvisò la polizia di Seattle che arrivò sul posto velocemente.
Accanto all’uomo c’erano una scatola con alcune dosi di eroina e valium, il fucile da cui è partito il colpo mortale e una lettera di addio indirizzata a Boddah, il suo amico immaginario.
Il cantautore era bipolare e, secondo i racconti degli amici, non riusciva a reggere il peso della fama di rockstar globale. Teoria pienamente confermata anche dalle parole deliranti lasciate su carta che spiegano quanto la musica per lui non fosse più un divertimento e quanto cantare su un palco lo facesse sentire come un impiegato costretto a timbrare il cartellino. La ricostruzione delle indagini decretò che l’artista si fosse drogato e poi si fosse poi sparato un colpo di fucile.
LIAM PAYNE:
Il 16 ottobre 2024, Liam Payne è stato ritrovato senza vita nell'hotel Casasurs, situato nel quartiere di Palermo a Buenos Aires, in Argentina.
Stando agli ultimi aggiornamenti sul caso, Payne sarebbe caduto dalla finestra, perdendosi in quel vuoto di 45 metri che gli è stato fatale, mentre era immerso in un delirio psicotico causato da sostanze allucinogene, i cui resti sono stati in effetti ritrovati nella sua stanza. La fonte vicina a Payne che ha parlato con il Daily Mail ha suggerito che l'artista, «rimasto senza soldi», si sarebbe procurato le sostanze con l'aiuto dello staff dell'hotel, il Casa Sur Palmero: in effetti le autorità argentine si stanno muovendo proprio in queste ore per capire chi potrebbe aver aiutato l'artista a ottenere la droga.
chiamato dall'albergo al mattino del 16 ottobre per via dei disordini causati da Payne nella hall dell'hotel, l'artista non è rimasto solo a lungo: prima ha ricevuto la visita di un altro conoscente, poi, riportano fonti ufficiali, di due sex workers; infine, dopo l'episodio nella lobby in cui è stato visto rompere il suo laptop in preda alla rabbia, il cantante, svenuto, è stato trasportato nella sua camera.
MAC MILLER:
Il 7 settembre 2018, Mac Miller viene ritrovato senza vita nella sua abitazione a Pittsburgh, in Pennsylvania USA.
Non sarebbe stata quindi la quantità di sostanze a uccidere Mac Miller, ma l’uso combinato delle stesse: esclusa così anche l’ipotesi del suicidio che era circolata in rete nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa. Stando al rapporto ufficiale, consultato dal portale TMZ, sarebbe stato un assistente a ritrovare il rapper privo di sensi, con la testa appoggiata sulle ginocchia: poco distante una bottiglia di alcol vuota e una banconota arrotolata sporca di polvere bianca.
In bagno, gli inquirenti hanno anche recuperato una serie di oppiacei tra cui ossicodone e idrocodone, ma il responsabile principale della morte di Mac Miller pare essere il Fentanyl, un antidolorifico 100 volte più potente della morfina che può essere prescritto dal medico ma può rappresentare un serio pericolo per chi ne abusa. Già Prince fu trovato con alti livelli di Fentanyl nel sangue e pure Dolores O’Riordan, secondo il Santa Monica Observer, sarebbe stata stroncata dal killer silenzioso.