Andrea Pazienza - Biografia

Andrea Pazienza


Andrea Pazienza


Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza (San Benedetto del Tronto, 23 maggio 1956 – Montepulciano, 16 giugno 1988) è stato un fumettista, disegnatore e pittore italiano.

Ritenuto uno degli artisti più rappresentativi e innovativi nel campo del fumetto italiano, la sua opera, incentrata su personaggi come Zanardi e Pentothal, è stata negli anni ristampata più volte e oggetto di mostre e riconoscimenti. Alla sua vita e alle sue opere fu dedicato il film "Paz", uscito nel 2001.

Biografia

Pazienza nacque a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il 23 maggio del 1956, figlio di Enrico Pazienza, docente di educazione artistica originario di San Severo (in provincia di Foggia), e della sambenedettese Giuliana Di Cretico, insegnante di educazione tecnica. La famiglia risiedeva stabilmente a San Severo ma la madre volle dare alla luce Andrea nel proprio paese d'origine. All'età di dodici anni, Pazienza si trasferì per studi a Pescara, tornando quasi ogni fine settimana a San Severo, dove continuò a frequentare gli amici di sempre e a lasciare tracce della sua genialità, tra l'altro realizzando le scenografie di alcuni spettacoli presso il Teatro Verdi; nella città abruzzese frequentò il liceo artistico «Giuseppe Misticoni» e strinse amicizia con l'autore di fumetti Tanino Liberatore.

In questi anni realizzò i suoi primi fumetti, in parte rimasti inediti, e una serie di dipinti; collaborò inoltre con il Laboratorio Comune d'Arte "Convergenze" che dal 1973 espose i suoi lavori in mostre sia collettive sia personali. Nel 1974 si iscrisse al corso di laurea in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo (DAMS) presso l'Università di Bologna, ma abbandonò gli studi a due esami dal conseguimento della laurea. Nel capoluogo emiliano visse appieno gli anni della contestazione legata al Movimento del '77, che fanno anche da sfondo al suo primo lavoro edito: il fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal, (Alter Alter, 1977) e nello stesso periodo frequentò anche altri artisti e scrittori come Enrico Palandri, Pier Vittorio Tondelli, Gian Ruggero Manzoni, Freak Antoni e Francesca Alinovi.

Nel 1977 entrò a far parte assieme a Filippo Scozzari del gruppo che realizzava una rivista sperimentale di fumetti per adulti di genere umoristico e satirico: Cannibale, fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli, al quale si unì in seguito anche il suo amico Tanino Liberatore.

Dal 1979 al 1981 collaborò col settimanale di satira Il Male. Nel frattempo, con il gruppo di Cannibale più Vincenzo Sparagna fondò nel 1980 il mensile Frigidaire, sulle cui pagine fece il suo debutto il suo personaggio di Zanardi. La collaborazione con Frigidaire rivelò un Pazienza prolifico, per quanto insofferente a scadenze e pressioni editoriali. Nei soli primi mesi di vita della rivista realizzò soggetti e disegni per decine di storie in bianco e nero, a colori e con tecniche miste; tra i personaggi: Francesco Stella, l'Investigatore senza nome, Pertini (per un albo speciale «disegnato in tre giorni» - disse Pazienza). Nello stesso periodo realizzò anche copertine di dischi, un calendario, alcuni poster e spot grafici. Inoltre omaggiò Tamburini e Scòzzari di collaborazioni, e illustrò articoli e racconti su richiesta del direttore Sparagna.

 

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Pazienza si dedicò anche all'insegnamento, dapprima presso la Libera Università di Alcatraz di Dario Fo a Gubbio (coordinata dal figlio Jacopo), quindi nel 1983 partecipò a Bologna alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger, fondata da Brolli e Igort in collaborazione con l'Arci locale, e insegnò a fianco di Magnus, Lorenzo Mattotti, Silvio Cadelo e altri. Qui tenne un corso fino al giugno del 1984 (tra gli allievi Francesca Ghermandi, Alberto Rapisarda, Enrico Fornaroli e Sauro Turroni), raccontando quell'esperienza di insegnante qualche anno più tardi nel romanzo a fumetti Pompeo.

Senza limitarsi al fumetto, Pazienza firmò in questi anni manifesti cinematografici (tra i quali quello della Città delle donne di Fellini nel 1980, e quello per Lontano da dove, regia di Stefania Casini e Francesca Marciano, nel 1983), videoclip (Milano e Vincenzo di Alberto Fortis e Michelle dei Beatles per il programma Mister Fantasy di Rai 1), copertine di dischi (come Robinson di Roberto Vecchioni, S.o.S brothers di Enzo Avitabile e Passpartù della Premiata Forneria Marconi) e campagne pubblicitarie. Lavorò anche per il mondo del teatro, realizzando scenografie e ideando locandine, come nel caso dello spettacolo di teatro-danza Dai Colli (coreografia di Giorgio Rossi) della compagnia Sosta Palmizi.

 

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Si cimentò anche nella pittura, esponendo nuove opere sia nel 1982, in occasione della rassegna Registrazione di Frequenza presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna, sia nel 1983, presso la galleria milanese Nuages e alla mostra Nuvole a go-go presso il palazzo delle Esposizioni di Roma (con Francesco Tullio Altan e Pablo Echaurren). Inoltre, decorò con pitture murali l'aula del Polo Didattico della Facoltà di Lettere di Genova, e realizzò il gigantesco Zanardi equestre a Cesena.

Se in questi anni conobbe una grande popolarità grazie al suo lavoro, contemporaneamente come tanti della sua generazione si avvicinò alle droghe pesanti e in particolare all’eroina, alternando astinenza e dipendenza. Ben presto si guadagnò la fama di "tossico", sulla quale egli stesso amava scherzare (ad esempio in un'intervista rilasciata a Red Ronnie nel 1984),e nel contempo cominciò a lavorare di meno e fu anche lasciato dalla sua fidanzata storica, Elisabetta Pellerano, che aveva iniziato una relazione con l'amico comune Marcello Jori.

Trasferitosi a Montepulciano nel 1984 e apparentemente uscito dalla dipendenza, nel giugno 1985 conobbe la fumettista Marina Comandini, che sposò l'anno seguente. Nel frattempo continuò a collaborare con le più importanti riviste italiane del fumetto tra cui Linus e partecipò alla creazione del mensile Frizzer (affiancato a Frigidaire) e collaborò alla rivista Tempi Supplementari.

Dal 1986 collaborò anche con Avaj, supplemento del mensile Linus, con Tango, settimanale del quotidiano L'Unità, con Zut, rivista satirica diretta da Vincino, e con Comic Art. Nel 1987 firmò la scenografia dello spettacolo di danza Dai colli del coreografo Giorgio Rossi e collaborò alla sceneggiatura de Il piccolo diavolo di Roberto Benigni il quale non accreditò il suo contributo, ma gli dedicò l'intero film, uscito nelle sale dopo la sua morte. In quegli anni nacquero opere legate alla sua crescente passione per la poesia e la storia: PompeoCampofame (da un poema di Robinson Jeffers) e Astarte.

Nella notte del 16 giugno 1988 Pazienza morì improvvisamente nella sua abitazione a Montepulciano; la moglie disse che Andrea si era chiuso nel bagno la notte precedente e, dopo circa venti minuti, sarebbe stato trovato morto. Secondo il racconto di Sergio Staino, dopo un soggiorno in Brasile per uscire dalla tossicodipendenza, Pazienza era rientrato in Italia apparentemente disintossicato ma con un espediente gli aveva chiesto un'ingente somma di denaro, con la quale avrebbe poi acquistato eroina e il giorno seguente sarebbe morto per overdose. La causa della morte non fu però mai ufficialmente rivelata dalla famiglia la quale lasciò intendere che fosse deceduto per un malore improvviso dovuto a cause naturali.

 

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Pazienza fu sepolto nel cimitero di San Severo. Al padre aveva detto: "Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po' di terra a San Severo, e un albero sopra". Il desiderio, più volte espresso, fu ricordato anche dalla madre del disegnatore durante l'orazione funebre. Pochi giorni dopo, si aprì a Peschici la prima mostra che Andrea avrebbe dovuto tenere insieme al padre.

 

Zanardi e le sue storie

 

 

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Quando si parla di Pazienza non si può non parlare di Zanardi, sicuramente il suo personaggio più famoso e dal maggior impatto, che fa la sua prima comparsa sulla rivista Frigidaire nel 1981.

 

«Zanardi è, dal punto di vista fisico, una miscellanea di caratteri somatici di persone che conoscevo, amici miei di Bologna di quel periodo, magari non di Bologna ma che bazzicavano la città. In diversi ci si sono riconosciuti, ma vorrei dire loro che tutti hanno partecipato. Zanardi ha questi occhi bulbosi un po' da gorilla e un volto affilato con un naso cattivo molto tagliente. Il nome è quello di un mio amico tassista di Bologna, Massimo Zanardi, che non gli assomiglia affatto. Tutti questi spigoli e triangoli che compongono la faccia di Zanardi già in qualche modo inducono a quello che è il carattere di Massimo Zanardi, che è quello di una persona indifferentemente reattiva alle situazioni, nel senso che lui ha un livello di partecipazione emotiva [...], comunque è un ragazzo semplice in fondo. Nelle storie che ho disegnato, e che poi sono quelle che mi sono piaciute di più, come Notte di Carnevale l'incendio del collegio è da addebitare a lui, ma è una ragazzata che poi finisce in modo drammatico tragico la morte di Petrini; forse questa è la storia migliore da questo punto di vista. In Giallo scolastico la morte della preside, in fondo, non è da addebitare a lui anche se è lui che manda quel suo compagno di scuola, il primo della classe, a recuperare questa agendina fantomatica attraverso un ricatto. Sì, di cattiveria ce n'è tanta, ma solo nelle ultime storie la cattiveria è il punto di partenza. Nelle prime, che forse da questo punto di vista erano strutturate meglio, la cattiveria diventava l'inevitabile, un treno che passa in una galleria fa buio per un po'.»

Andrea Pazienza,1987

 

Il successo del personaggio di 'Zanna' risiede nel suo rappresentare perfettamente i giovani del suo tempo. In un epoca dove ancora non esisteva internt e in italia regnava il perbenismo, i giovani di quella Bologna che fu si rifugiavano spesso nelle droghe e nella delinquenza,anche solo per passare il tempo in una giornata noiosa.

Ciò che caratterizza Zanardi è,però, proprio il "vuoto", come lo definisce Pazienza. Il vuoto nelle emozioni,il vuoto nei pensieri, il vuoto negli atti. Massimo è un ragazzo che apparentemente non ha aspirazioni e interessi (se non quella delle automobili, passata dallo zio), e si intrattiene bivaccando per le strade di Bologna con Petrilli e Colasanti, due ragazzi che più che amici, per lui rappresentano dei complici. Nelle sue vicende troviamo temi profondi e spesso pesanti, come le molestie o, addirittura, omicidi, della quale Zanna è spesso il mandante ma quasi mai il carnefice. 

 

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Zanardi è cattivo, malefico, e porta il lettore ad interrogarsi sui  motivi del suo disagio. Ma Pazienza lo evidenzia molteplici volte: infondo Zanna è un ragazzo come tanti, semplice, la quale cattiveria è solo la trama, il punto di partenza del suo brio.