Stile e innovazioni

                                                                                                               

«Tu non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato e le persone che hai amato»

Adams ha inventato il sistema zonale,[11] una tecnica che permette ai fotografi di trasporre la luce che essi vedono in specifiche densità sul negativo e sulla carta, ottenendo così un controllo migliore sulle fotografie finite.[12][13] È anche stato un pioniere dell'idea di "visualizzazione" della stampa finita basata sui valori di luce misurati nella scena che viene fotografata. Nelle foto paesaggistiche di Adams è sempre presente una forte sfera emotiva che dona allo scatto forza e intensità.[14] Dal punto di vista etico Ansel Adams è uno dei primi fotografi a promuovere la "consapevolezza della fotografia", ovvero a sostenere che un singolo scatto non è semplicemente la riproduzione esatta di un paesaggio o un'opera d'arte, ma un vero e proprio atto sociale, capace di mettere il focus su una particolare tematica. La fotografia è quindi uno strumento per parlare di ciò che sta a cuore, per esprimere una denuncia sociale e creare un dibattito produttivo. Gli scatti di Adams sono il frutto di una lunga ricerca, perché un paesaggio diventa lo strumento per comunicare al mondo - e immortalare - qualcosa di importante. Nel suo particolare caso Adams utilizza la sua arte per mostrare la natura e per mettere in evidenza i pericoli del consumismo e di un nuovo stile di vita che non rispetta l'ambiente, all'epoca (anni '60) era solo ai suoi esordi ma già si prospettava pericoloso.[15] Grazie al lavoro di Ansel Adams possiamo vedere ancora oggi com'erano i grandi parchi naturali prima del turismo di massa.