Cinema

L'interesse di Warhol per il cinema si manifesta a partire dal 1963, quando l'artista, dopo aver frequentato la cinémathèque di Jonas Mekas e il circuito del New American Cinema, decide di acquistare una cinepresa Bolex 16mm. I film di Warhol di questo primo periodo si possono definire minimali: SleepKissEatBlow JobEmpire, tutti del 1963-1965, mostrano azioni ripetute dilatate nel tempo, riprese con una camera fissa. A Warhol interessa la composizione dell'immagine che si viene a creare partendo da un unico punto di vista. Questi primi film sono come quadri che, invece di essere appesi, sono proiettati su una parete bianca.

I film sperimentali senza sonoro sono girati in 16mm alla velocità di 24 fotogrammi per secondo e proiettati alla velocità di 16 fotogrammi al secondo; questa caratteristica rallenta e amplifica l'immagine del film, che viene percepito in un tempo lunghissimo. Luogo fondamentale sia per la sperimentazione che per l'ispirazione nel mondo del cinema di Warhol fu la Silver Factory; l'ampio locale ubicato al quarto piano di un'ex fabbrica di cappelli sulla 47ª strada, fu il più noto studio-laboratorio di Warhol, teatro di molti progetti artistici tra il 1963 e il 1968. Circondato da persone con cui scambiare suggerimenti ed idee, Warhol lavorò alla Factory con ritmi da "catena di montaggio". La Factory era una open house, un luogo aperto in cui tutti erano invitati a partecipare.

Nello studio gravitava un mondo di originali, intorno a una figura che si faceva chiamare "capo", ma che era orgoglioso di non dare mai l'impressione di avere la minima individualità, di non essere mai altro che lo specchio del suo entourage, la copia di ciò che i suoi cortigiani volevano che fosse. La Factory diventava così uno "spazio ideologico" dove molte nozioni sulla pop art si trasformavano in stile di vita. Il gruppo formava un nucleo con un linguaggio comune, uno stile comune fondato sull'accettazione di qualsiasi comportamento, senza pretesa di giudizio.