Opere

  O  P  E  R  E  


 h o m e

Nonostante le sue opere siano spesso caratterizzate dalla quasi totale assenza di immagini figurative e di segni rappresentativi, il supporto rivela una concentrazione di colore, materiali e processi pittorici tale da trasformarlo in uno spazio intellettuale ed emotivo, denso di memorie, di sensazioni e di narrazioni sospese.

Lo stesso concetto di “monocromia” – pur presente a livello formale nelle tele di Carroll – è esplorato, quasi contraddetto, in una maniera insieme lirica e radicale: gli ocra, i gialli e gli avori che dominano la sua tavolozza appaiono come impregnati di temporalità, fin al punto da annullare la distinzione tra colore e materia, rappresentazione e realtà, immagine e tattilità.

Partendo dalla progressiva cancellazione di immagini preesistenti, Carroll arriva a stesure di colore bianco simili alla tela stessa. La superficie del quadro si rivela così non solo un campo stratificato di pigmento, ma anche un modo per osservare il potenziale infinito di dipingere.

L’allestimento doveva diventare un luogo in cui entrare, da occupare, dove scaricare qualcosa che stavi portando con te: una sorta di «corpo». Per l’artista, infatti, i suoi lavori erano come dei corpi che abitavano gli spazi e che incontrando l’osservatore, ci entravano in contatto, fisicamente ed empaticamente, come uno specchio che ne riflette le imperfezioni. Una dichiarazione d'amore alle cicatrici del tempo, un elogio e ciò che ritorna, ogni volta, come un meraviglioso ricordo.

Foglie, guanti, lampadine, scarpe, lettere, frasi impresse nel colore sfumato, tutto è parte di un racconto. L'artista ci porta nel suo mondo non solo con le sue opere in cui sembra di incontrare un autunno assorto, a tratti spezzato dalla solitudine più amabile, ma anche con dei pensieri che accompagnano le opere lungo il percorso. L'artista concepisce le sue opere come nuova vita per oggetti trovati, nate da un momento decisivo che ha cercato di catturare. Forse a questo posso riferirsi i titoli sempre carichi di suggestioni. Closet, ad esempio, è un'opera-contenitore di memorie non trasfigurate nella pittura, ma "fisicamente" raccolte in un quadro che non disdegna la definizione di guardaroba.