Altri Impieghi
Nella sua vita, Amalia Sperandio riordina le biblioteche di alcune famiglie nobili, scrive novelle
fantastiche e riflessioni su libri di cultura varia che ha letto.
Scheda più di 1200 opere d'arte presenti nelle chiese di L'Aquila e dei paesi limitrofi per la
Soprintendenza all'Arte Medievale e Moderna degli Abruzzi e del Molise, per la quale lavora,
probabilmente, come collaboratrice esterna. L'incarico le è assegnato dai titolari.
Le sue fotografie accompagnano le schede delle varie opere d'arte.
La fotografa ha la capacità di comprendere le opere. Questa deriva dalle sue conoscenze e dalle sue
competenze nel saper individuare gli elementi che caratterizzano l'opera.
Descrive le opere d'arte sotto gli aspetti stilistici e formali e riesce anche a descrivere quello che
l'opera le trasmette soggettivamente.
Le schede sono suddivise in diverse parti:
– oggetto d'arte, descrizione, autore a cui è attribuito;
– dimensione;
– stato di conservazione, restauri subiti;
– appartenenza dell'oggetto, condizioni giuridiche;
– basi storiche e contestazioni critiche all'attribuzione, data e tempo approssimativo
dell'esecuzione, iscrizioni apposte all'oggetto e note sulla loro autenticità, bibliografia.
Nella prima parte descrive l'opera, dicendo solo quello che vede oggettivamente, nell'ultima scrive
un commento critico personale, sostenuto attraverso motivazioni valide ed esempi concreti e
verificabili.
(Possiamo trovare alcuni esempi delle sue schede nelle pagine 22-25 del libro Memoria e Diletto,
Amalia Sperandio, Scatti inediti sull'Aquila e dintorni tra '800 e '900).
Visitando l'Abruzzo, Amalia Sperandio registra in brevi testi, sia in prosa che in poesia, i racconti,
le tradizioni e le leggende con cui viene in contatto.
Questi racconti li scrive periodicamente per la rivista L'Aquila Giovane, pubblicata dal Collegio
d'Abruzzo dei Padri Gesuiti, il cui palazzo era stato fondato dai Conti Camponeschi.
Esistono due sezioni distinte corrispondenti a diversi filoni tematici individuati dai titoli: Fontana
che Parla e Panorami del Collegio d'Abruzzo.
In Fontana che Parla scrive del luogo, del palazzo del Collegio dei Gesuiti e di alcuni avvenimenti
importanti. Nel secondo filone, Panorami del Collegio d'Abruzzo, scrive della religiosità dei
montanari abruzzesi, l'ascesa dei piccoli santuari che possono essere trovati sulle montagne e delle
leggende che raccontano di eventi prodigiosi.
Quando scrive per L'Aquila Giovane, l'intento della fotografa non è quello di documentare, in
quanto non precisa il luogo in cui ha appreso determinate informazioni. Al contrario ella si
concentra sull'anima sociale e religiosa del popolo che abita le montagne: i pastori. Indica la
provenienza di alcune leggende nei casi di: la Madonna d'Appari di Paganica, la Madonna della
Croce di Roio, Santa Maria Assunta di Assergi, la chiesa del monastero di Sant'Amico e la chiesa di
S. Bernardo. Descrive questi luoghi con precisione.