Claudia Zagaroli

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La formazione scolastica avviene presso i padri somaschi e nel Collegio arcivescovile Alessandro Volta di Lecco. Nel 1949 si iscrive alla facoltà di architettura al Politecnico di Milano e si laurea nel 1959, presentando una tesi con Piero Portaluppi come relatore.

Nel 1955 ha cominciato a collaborare come redattore alla rivista di architettura Casabella-Continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers. La collaborazione termina nel 1964, quando la direzione della rivista passa a Gian Antonio Bernasconi. La pratica giornalistica continua però all'interno delle redazioni di Società e Il contemporaneo, che fanno di Rossi uno dei partecipanti più attivi al fervente dibattito culturale.

I primi articoli riguardano architetti come Alessandro Antonelli, Mario Ridolfi, Auguste Perret ed Emil Kaufmann, molti dei quali confluiranno nel suo secondo libro, Scritti scelti sull'architettura e la città 1956-1972. Sposa l'attrice svizzera Sonia Gessner, che lo introduce al mondo del cinema e del teatro, suoi grandi interessi sia come uomo di cultura che come padre: al cinema approderà il figlio Fausto, al teatro la figlia Vera, e nel 1973 lo stesso Rossi si cimenterà dietro la macchina da presa

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“Ho sempre visto l’architettura tra queste due grandi componenti o questi due confini: da una parte il suo modo di realizzarsi (nella rappresentazione e nella costruzione), che corrisponde grosso modo a quello che chiamiamo tecnica, e dall’altra il suo riferirsi alla città, come riferimento e fondamento dell’architettura.

Per questo considero i disegni d’architettura in modo molto serio, anche e specialmente quando cercano di avvicinarsi o di spiegare meglio il significato di un’opera. Per un architetto essi sono anche degli appunti di lavoro e infatti, guardando questa raccolta, vedo che compaiono con collocazioni diverse edifici a cui stavo lavorando contemporaneamente: il convento palladiano delle Zitelle a Venezia, di cui mi sono occupato e mi occupo per un restauro che da solo è un’esperienza compiuta di architettura, la villa Bay, la ciminiera di Fagnano Olona e altre cose.

Il fatto di trasformare, deformare, collocare il progetto in luoghi e situazioni diverse, appartiene piuttosto a una volontà sperimentale, una specie di verifica dell’opera da differenti esempi e immaginabili punti di vista, che a una astrazione.

Una particolare importanza acquistano gli studi di disegno industriale di cui mi sono occupato negli ultimi anni, e che si trovano in parte in altre raccolte. Il disegno di questo tipo – spesso rivolto a oggetti di limitate dimensioni – ci avvicina a una identificazione più immediata tra disegno/modello e realtà di quanto sia possibile almeno verificare in architettura. Ed è quindi un’esperienza consigliabile anche come apprendimento.”

Vedi il file (formato PDF, dimensione 3,9 MB) con alcune opere