Installazione

«No, non son morta.
Ma più puri e alati
Getta la penna, nei tumulti, i versi,
Ed essi vanno, azzurri e fascinati,
Verso il nitore di bei cieli tersi.»

Virgilia D’Andrea


L’installazione museale consacra il gesto della scrittrice. Lo spazio tra il braccio sospeso nel nulla e chi si avvicina all’installazione è separato da una grande rete da pesca bianca. L’apertura verso la libertà, il mare, è quella della vagina, attraversando la quale nella nascita si eredita il privilegio naturale di ogni essere umano. I versi sono tratti dal libro «Tormento» dell’autrice cui è intestata l’opera.

La rete bianca solida e grezza è costituita da un elemento in argilla bianca prodotto da stampo, replicato ripetuto montato e sospeso. La percezione dello spazio, nell’angolo che accoglie l’installazione, è annullata da velluto nero internamente anche su pareti e soffitto. Punti luce colpiscono il braccio sospeso al soffitto da fili invisibili ed il foglio a terra.